Sconosciuto

Clarence H. White

Clarence Hudson White (West Carlisle 1871 – Mexico City 1925) è stato uno dei maggiori rappresentanti della fotografia pittorialista americana, alla quale ha contribuito, oltre che con la sua opera, attraverso diverse iniziative culturali e dedicandosi all’insegnamento.

Formatosi come autodidatta, inizia a praticare come amatore una fotografia domestica nella quale ritrae la sua famiglia e gli amici in atmosfere poetiche e luci soffuse sperimentando pose e inquadrature che avrebbero di lì a poco costituito l’alfabeto compositivo del pittorialismo americano. Nato sui presupposti della sua matrice europea (l’amatorialità e il distacco dalle regole commerciali, il fuoco morbido, il ritocco manuale, le elaborazioni di stampa, la continuità con la pittura) questo ne avrebbe nel giro di pochi anni rivitalizzato le istanze proiettandole sul contesto culturale statunitense, gettando le basi della cultura fotografica moderna. I suoi esperimenti (in parte svolti presso il Newark Camera Club) vengono notati nel primo Philadelphia Photographic Salon del 1898, dove gli viene chiesto di entrare nella giuria dell’edizione successiva. È in questo contesto che conosce gli altri grandi protagonisti della fotografia pittorialista americana, tra cui Fred Holland Day, colto editore bostoniano con cui condividerà progetti artistici e pedagogici per tutta la vita, e quelli che saranno i membri fondatori della Foto-Secessione: Gertrude Käsebier, Edward Steichen, e la guida del movimento Alfred Stieglitz, di cui in breve tempo White diventa uno dei principali collaboratori.

Nel 1902 appare infatti tra i fondatori del movimento foto-secessionista e partecipa l’anno successivo alla fondazione della rivista «Camera Work» (1903-1917), uno dei più efficaci strumenti della battaglia che il gruppo intraprende per il riconoscimento artistico della fotografia. Nel 1905 con gli stessi intenti, e per ampliare sul piano espositivo il dialogo tra fotografia artistica e arte moderna (inizialmente soprattutto europea), era stata inaugurata la Little Galleries of Photo-secession. Nel 1906 White si trasferisce a New York per stare vicino alla sede del movimento, a cui partecipa attivamente affiancando alla ricerca artistica e alle strategie di divulgazione dello stile e della filosofia del pittorialismo una attività da ritrattista. L’anno successivo, tramite Alfred Stieglitz, gli viene proposto di tenere il primo corso di fotografia artistica alla Columbia University: la scelta dell’insegnamento segnerà il suo percorso artistico e lo allontanerà dal mestiere, facendo di lui uno dei primi fotografi impegnati nell’elaborazione di un sistema di trasmissione che non passi solo attraverso la pratica e la formula dell’apprendistato. White insegna gli aspetti culturali, formali e tecnici della fotografia, e dal 1910, insieme con Day, Käsebier e il pittore Max Weber avvia il progetto di una Summer School che animerà prima a Seguin Island nel Maine e poi a East Canaan, nel Connecticut.

Il 1910 è un anno chiave della Foto-Secessione, che ottiene la consacrazione della fotografia artistica con l’International Exhibition of Pictorial Photography alla Albright Gallery di Buffalo, dove per la prima volta delle stampe fotografiche vengono acquistate nella collezione permanente di una istituzione museale. Lo stesso evento è però occasione di fratture all’interno del gruppo, da cui diversi membri prendono le distanze tra cui White, che decide di promuovere la fotografia pittorialista senza Stieglitz, che ne era stato il padre e che iniziava ora a privilegiare altri interessi. Col suo nuovo progetto si istalla in una libreria vicinissima al suo studio e alla galleria di Stieglitz, la Little Book-Shop Around the Corner, dove, coinvolgendo allievi e giovani fotografi, organizza incontri sull’illustrazione di volumi e sulla storia dei processi fotografici, alimentando quel dialogo tra arte e tecnica che caratterizza tutta la sua avventura. È in questi anni che inizia a ragionare sulle applicazioni commerciali della fotografia creativa aiutando gli studenti a sperimentare nuove strade per sfruttare economicamente e professionalmente le loro competenze senza rinunciare agli imperativi del pittorialismo, ma di fatto trasformandone progressivamente lo stile.

Nel 1914 apre la prima sede newyorchese della sua scuola, che condivide gli spazi con la St. Mark’s Church in the Bouwerie, una chiesa tardo settecentesca costruita nella zona orientale del Greenwich Village. Destinata a diventare nei decenni successivi il centro di attività artistiche e di scambi tra religioni e culture, la chiesa è guidata dal 1911 al 1937 dal reverendo William Norman Guthrie, molto discusso per il suo interesse verso il paganesimo e per lo studio della danza come pratica religiosa. Guthrie vi organizza i “rituali euritmici”, delle danze ispirate all’Annunciazione scolpita in rilievo da Luca della Robbia la cui copia è affissa nel santuario della chiesa. White fotografa i rituali, ne illustra i programmi e intraprende una duratura collaborazione con le danzatrici guidate da Bird Larson, una pioniera dell’insegnamento della danza nelle scuole americane. Mossa dagli stessi intenti pedagogici e formativi di White, convinta di poter formare non solo alla danza ma attraverso la danza, Larson diventa una interlocutrice preziosa per il fotografo, che attraverso di lei ha l’occasione di conoscere gli aspetti spirituali danza. Nel corso degli anni la ritrae, invita e riprende il suo gruppo nella Summer School di Canaan, e la coinvolge nella sua scuola dove nel 1923 pronuncia la conferenza Natural Rhythmic Expression, mettendo i saperi dell’attività coreutica a disposizione degli studenti di fotografia.

Intanto nel 1916 White aveva fondato insieme con Gertrude Käsebier e coi suoi allievi Karl Struss e Edward R. Dickinson la Pictorial Photographers of America (PPA), una organizzazione dedicata alla promozione del pittorialismo che organizza mostre, cura pubblicazioni e promuove la fotografia come mezzo di educazione artistica. Ne è presidente fino al 1921 quando rinuncia al ruolo per sollecitare un ricambio generazionale. Il suo lavoro con gli allievi si ramifica in diverse direzioni, dalla formazione diretta, che con una apparente contraddizione vede crescere nella sua scuola i maggiori rappresentanti del modernismo (ad esempio sono sue allieve Laura Gilpin, Margaret Bourke-White, Dorothea Lange), al coinvolgimento in progetti culturali di cui si fa mentore, come la rivista “Platinum Print” diretta da Dickson e di cui lui è una guida spirituale.

La guerra è doppiamente difficile per White, dichiaratamente socialista e pacifista, anche perché gli allontana i giovani collaboratori. Malgrado le difficoltà (soprattutto quelle economiche, che caratterizzano tutta la sua avventura pedagogica in cui coinvolge la famiglia creando delle scuole-comunità quasi sempre sull’orlo del fallimento) il lavoro di insegnamento segna uno dei passi più moderni della fotografia americana sperimentando anzitempo il potenziale espressivo delle forme geometriche, esercitando lo still life come pratica compositiva e raffinando gli schemi di illuminazione, tutti elementi che anticipano gli stili e le strategie formali degli anni Venti ma sempre declinati verso una cultura visiva che non rinnega la dimensione poetica e simbolica del pittorialismo, ormai inteso come fotografia artistica e non solo come stile. 

Nel 1925 White, in cerca di nuovi stimoli e accompagnato da un gruppo di studenti, parte per il Messico con un progetto fotografico/pedagogico. Qui muore all’improvviso per un attacco di cuore, all’età di 54 anni. Sua moglie dirigerà la scuola fino al 1940, quando le subentrerà il figlio che a causa della Seconda Guerra Mondiale non riuscirà a tenerla aperta oltre il 1942. La collezione di Clarence H. White è conservata presso il Princeton University Art Museum. [Samantha Marenzi]

 

Fonti e Bibl.: Lucinda Barnes (edited by), A collective vision: Clarence H. White and his students, University Art Museum, Long Beach 1985; Clarence H. White: the reverence for beauty, essay and critical material by Peter C. Bunnel, Ohio University Gallery of Fine Art 1986; Pictorialism into Modernism. The Clarence H. White School of Photography, edited by Marianne Fulton, Rizzoli, New York 1996; Bonnie Yochelson, The Clarence H. White School of Photography, in Object: Photo. Modern Photographs. The Thomas Walther Collection 1909–1949, edited by Mitra Abbaspour, Lee Ann Daffner, Maria Morris Hambourg, Museum of Modern Art, New York 2014; Clarence H. White and his world. The Art & Craft of Photography, 1895-1925, edited by Anne McCauley, Princeton University Art Museum, Princeton 2017; Samantha Marenzi, La danza sulla scena della fotografia pittorialista americana – 1915-1920, in La scena dell’immagine, a cura di Stefano Geraci, Raimondo Guarino, Samantha Marenzi, Officina Edizioni, Roma 2019. [si veda inoltre la bibliografia sui foto-secessionisti e sulla rivista «Camera Work»].