Sconosciuto

Desha Delteil

Arnold Genthe

Arnold Genthe (Berlino 1869 – New York 1942) è stato uno dei maggiori fotografi attivi in America nei primi decenni del Novecento. Celebre ritrattista, si è affermato nella fotografia anche con i suoi progetti di documentazione e di viaggio, oltre che come pioniere della fotografia di danza. Figlio di un professore di lingue classiche, Genthe cresce ad Amburgo in una famiglia di tradizione luterana che vanta scrittori e pittori nelle generazioni precedenti. Studia filologia all’Università di Jena, dove consegue un dottorato di ricerca e si specializza come linguista. Durante gli studi viaggia in diverse città europee approfondendo i suoi interessi per la letteratura e per l’arte. Nel 1895 arriva in California come precettore e tutore del figlio del Barone Heinrich von Schroeder. Lì si appassiona alla fotografia che inizia a praticare come amatore, in particolare fotografando la città di San Francisco e soprattutto il suo quartiere cinese. La volontà di riprendere le persone senza farsi notare, di cogliere la vita della comunità, al tempo ancora caratterizzata dalla cultura tradizionale, gli fa sperimentare le difficoltà tecniche della ripresa di figure in movimento. Le sue fotografie, che in seguito verranno esposte con successo sia per la loro esecuzione tecnica che per il loro esotismo, acquisteranno un grande valore di testimonianza dopo il terremoto che nel 1906 rade al suolo l’intera zona. Le immagini vengono pubblicate per la prima volta nel volume realizzato da Genthe con Will Irwin: Pictures of Old Chinatown del 1909; e di nuovo in Old Chinatown. A Book of Pictures by Arnold Genthe. Nel frattempo si era affermato come ritrattista da quando, rinunciando al rientro in Europa previsto nel 1897, aveva aperto il suo studio a San Francisco e fotografato molte celebrità sia residenti che di passaggio, tra cui attori, musicisti, artisti. In questi anni mette a punto una tecnica di ritratto che si differenzia dall’uso delle pose e delle ambientazioni tipiche degli studi commerciali. Genthe allestisce un grande spazio avvolto da tendaggi neutri e coglie i suoi soggetti durante le conversazioni che intrattiene con loro, senza che questi si accorgano del momento esatto della ripresa. È soprattutto con gli attori che Genthe sperimenta queste strategie, conquistando un ruolo d’eccezione tra i fotografi di teatro. Sul tema del ritratto scrive articoli sulle riviste specializzate mentre sui periodici di teatro vengono diffuse le sue fotografie ai protagonisti del mondo dello spettacolo e grazie al settimanale «The Wave», che gli fa un contratto per illustrare i racconti pubblicati, ritrae diversi scrittori tra cui Mary Austen, Frank Norris, e soprattutto Jack London, a cui lo legherà una lunga amicizia.

Nel 1908 Genthe compie un viaggio di sei mesi in Giappone, dove ottiene un permesso ufficiale per fotografare grazie al quale scatta moltissime fotografie di paesaggio e di ritratto e realizza una straordinaria e rarissima documentazione della tribù degli Ainu presso cui trascorre un mese nell’isola dell’Hokkaido. In occasione di questo viaggio Genthe diventa un esperto e un importante collezionista di quelle stampe giapponesi che molti soggetti dei suoi ritratti ricorderanno come un vero tesoro conservato nel suo studio fotografico, insieme con antichità e libri rari.

In questi anni Genthe sperimenta e diventa tra i primi esperti dell’Autochrome, il procedimento di fotografia a colori messo a punto nel 1903 dai fratelli Lumière, di cui pubblica con grande successo diversi risultati.

Nel 1911 Genthe lascia San Francisco e apre il suo studio a New York, dove inizia a ritrarre importanti uomini della finanza e della politica, oltre agli attori e agli intellettuali della East Cost, la cui comunità aumenterà sensibilmente durante la guerra. È dal 1913 che il fotografo inizia a dedicare un interesse continuativo alla danza fotografando, sia in studio che all’aperto, i grandi protagonisti del rinnovamento dell’arte coreutica provenienti sia dal balletto che dalla danza libera, basti pensare alle celebri fotografie che scatta a Anna Pavlova e a Isadora Duncan, sia ai tantissimi performer attivi o in tournée in America e ai rappresentanti di stili e scuole di cui documenta anche le diverse generazioni di allievi. Nel 1916 pubblica una raccolta di queste immagini col titolo The Book of the Dance (riedita nel 1920), che malgrado la sua ampiezza non costituisce che una piccola parte della sua produzione su questo tema, a cui dedica migliaia di scatti fino agli anni Trenta. Nella metà degli anni Venti riprende le discusse performance liturgiche che il reverendo Guthrie organizza nella St.-Mark’s-in-the-Bowerie Protestant Episcopal Church. Nel 1929 dà alle stampe il volume Isadora Duncan. Twenthy-Four Studies in omaggio alla grande danzatrice tragicamente scomparsa due anni prima.

Parallelamente realizza dei progetti su alcune città del sud degli Stati Uniti, il cui principale risultato è il volume del 1926 Impressions of Old New Orleans, a Book of Picrtures, che comprende anche un suo scritto e che in parte è ispirato agli articoli scritti da Lafcadio Hearn quando era pubblicista nella città.

Negli anni successivi Genthe realizza fotografie di viaggio in Grecia, Spagna, Centro America, Nord Africa, e diversi stati americani.

Nel 1936 dà alle stampe la sua biografia dal titolo As I Remember, dove ripercorre i suoi straordinari incontri e i suoi numerosi viaggi. Nel 1942 muore per un attacco di cuore. Le sue fotografie sono conservate in diverse istituzioni ma l’archivio completo del suo ultimo studio è ora conservato nella Genthe Collection della Library of Congress. [Samantha Marenzi]

 

Fonti e Bibl.: Arnold Genthe, As I remember, Reynal & Hitchcock, New York 1936; Arnold Genthe 1869-1942, (cat. exp.) Staten Island Museum, New York 1975; Toby Quitsland, Arnold Genthe: A Pictorial Photographer in San Francisco, 1895-1911, Ph.D. dissertation, The George Washington University, 1988; Samantha Marenzi, Arnold Genthe e Isadora Duncan. Fotografare il ritmo, danzare le immagini, «Imago», n. 7/8, 2013; Nicky van Banning, Arnold Genthe: pioneer of Dance Photography, Rijks Museum/Manfred & Hanna Heiting Fund, Amsterdam 2016; Samantha Marenzi, L’art de la photographie de danse: Isadora Duncan, Arnold Genthe, Edward Steichen, «Focales», n. 3, 2019; Samantha Marenzi, Nel prisma delle immagini. La cultura della danza nella fotografia di Arnold Genthe, in La camera meravigliosa. Per un atlante della fotografia di danza, a cura di Samantha Marenzi, Simona Silvestri, Francesca Pietrisanti, “La scena dei saperi”, vol. 2, Editoriale Idea, Roma 2020. La Genthe Collection della Library of Congress, in gran parte digitalizzata e corredata di schede bio e bibliografiche, è consultabile all’indirizzo https://www.loc.gov/pictures/collection/agc/