Margaret Michaelis-Sachs

Margarethe Michaelis, nata Gross, (Dzieditz 1902 – Melbourne 1985) è stata una fotografa di origini austro-polacche. Negli anni Trenta, come molti artisti e intellettuali ebrei dell’epoca, è costretta a fuggire dal proprio paese, spostandosi in tutta Europa, senza mai fermarsi stabilmente fino al ’39, quando giunge in Australia.

Margaret studia fotografia al Graphische Lehr-und Versuchsanstalt di Vienna, dal 1919 al 1921, e inizia da subito a collaborare con alcuni prestigiosi studi, primo fra tutti l’Atelier D’Ora, e successivamente l’Atelier für Porträt Photographie, dove si specializza nella ritrattistica, che rimarrà una produzione costante per tutta la sua carriera, soprattutto per fini economici essendo il ritratto la commissione più richiesta e fruttuosa. I ritratti, e ancor più un nudo femminile del 1924, mostrano l’eredità diretta dello stile pittorialista: sin dal periodo di formazione, Michaelis riesce con grande maestria a modellare morbidamente la luce sul corpo dei modelli che risulta ombreggiato da un chiaroscuro pittorico. In altri soggetti invece, come gli scorci delle città, il segno si fa più grafico e le linee risultano più marcate. Tuttavia, quando nel 1929 Michaelis si trasferisce a Berlino, il suo stile si contamina con idee, processi e tecniche più moderni, grazie anche al lavoro in numerosi studi, quali l’Atelier di Schenker, di Suse Byk, il Für Photographische Porträts e il Photos Winterfeld, dove unisce alla professione una continua sperimentazione. In città la sua vita prende una strada del tutto inaspettata e l’idea dei suoi colleghi, che la vedono come una donna moderna, pronta a prendere posizioni fortemente anticonvenzionali, si radicalizza quando Margaret incontra Rudolf Michaelis, un anarco-sindacalista, impegnato attivamente nella resistenza contro il Fascismo, e leader del GFB (Corporazione dei Bibliofili Libertari), ramo della FAUD (Unione dei Lavoratori Liberi di Germania). Nel 1933, anno in cui si sposano, i due vengono arrestati separatamente e, dopo il loro rilascio, nel dicembre dello stesso anno riescono a scappare in Spagna stabilendosi nel Barrio Chino, uno dei quartieri di Barcellona più poveri e malfamati. Solo un anno dopo si separano. È in questi anni che Margaret inizia a puntare il proprio obiettivo fotografico fra le strade con un occhio diverso, cogliendo nei gitani, nei bambini, nei marinai e nei venditori la drammaticità della loro condizione. Le fotografie documentarie che scatta per la propria ditta, la Foto-Elis, assumono una connotazione sociale, così da essere inserite in alcune riviste locali come «AC» (Actividad Contemporánea) e «D’aci e d’allà», nelle quali inoltre pubblica lavori pubblicitari. Per tutto il periodo spagnolo è attiva con i membri dell’AIT (Association Internationale des Travailleurs), e continua a fornire al movimento politico fotografie per la propaganda antifascista anche allo scoppio della Guerra Civile Spagnola. Da Rudolf divorzia ufficialmente nel ’37 e sebbene prendano strade diverse lei gli rimarrà molto legata, tanto da tenere sempre con sé le sue lettere. 

Da qui in poi si susseguono spostamenti e soggiorni fugaci in Francia, Polonia e nuovamente in Spagna. Per pochi anni Margaret si trasferisce a Londra fino al settembre del 1939, quando emigra a Sydney, trovando qui il luogo dove potersi fermare. Dopo le prime difficoltà economiche, che la costringono a lavorare come aiuto domestica, riesce a riprendere in mano la sua carriera artistica aprendo nel 1940 il “Photo-Studio”, in Castlereagh Street. La sua attività di fotografa torna sul ritratto, ma si apre, grazie alla vicinanza con i membri della Bodenwieser Ballet, alla fotografia di danza, che non è per lei un terreno del tutto inesplorato viste le esperienze in alcuni studi viennesi e berlinesi. Le danzatrici – spesso Emmy Taussig, Shona Dunlop e Hilary Napier – improvvisano davanti alla fotografa che sembra aiutarle a liberarsi donando loro una corporalità evanescente. Fra pose plastiche, scultoree, connotate da un chiaroscuro tenue, salti esplosivi, vesti che sembrano essere composte della stessa materia dei corpi sospesi, il movimento nelle fotografie di Margaret Michaelis non è mai frenetico, anche quando il corpo si mostra in tutta la sua potenza. In questi scatti il gesto espressivo è fissato non nel suo compiersi, ma nel suo stato di transizione verso un’evoluzione successiva. 

I lavori di Michaelis vengono pubblicati nel giornale «Australia» e successivamente in Australian Photography 1947. Nel 1941 si unisce al Professional Photographers’ Associations of NSW and Australia, e diventa inoltre la sola donna membro dell’Institute of Photographic Illustrators. Anche se durante la Seconda Guerra Mondiale rimane sotto sorveglianza dal governo australiano, nel 1945 viene naturalizzata.

Nel 1952, quando ormai è una fotografa riconosciuta, i problemi di vista le impediscono di tenere aperto lo studio, e interrompe così la sua carriera. Nel 1960 sposa Albert George Sachs, con cui si trasferisce a Melbourne, ma che muore solo cinque anni dopo. Tra gli anni Settanta e Ottanta torna a viaggiare in Europa e in Asia, e nello stesso periodo disegna e prende lezioni di pittura da Erica McGilchrist. A Melbourne resta fino alla morte, nel 1985. Dopo la sua scomparsa il suo enorme patrimonio viene donato alla National Gallery of Australia, che nel 1987, e poi nel 2005, cura due retrospettive su di lei. [Simona Silvestri]

 

Fonti e Bibl.:  Juan Manuel Bonet, Margaret Michaelis: Fotografia, Vanguardia y Politica en la Barcelona de la Republica, IVAM Centre Julio Gonzalez, Valencia, 1998; Alan Brissenden, Keith Glennon, Australia Dances: Creating Australian Dance 1945-1965, Wakefield Press, Adelaide, 2010; Charles Burdett, Derek Duncan, Cultural Encounters: European Travel Writing in the 1930s, Berghahn Books, New York, 2002; Helen Ennis, Margaret Michaelis: love, loss and photography, National Gallery of Australia, Sydney, 2005; Barbara Hall, Jenni Mather, Australian Women Photographers 1840-1960, Greenhouse Publications, Victoria, 1986; Jordana Mendelson, Architecture, Photography and (Gendered) Modernities in 1930s Barcelona, in «Modernism/Modernity», Vol. 10, No. 1, 2003, pp. 141-164; Michelle Potter, A Collector’s Book of Australian Dance, National Library Australia, Canberra, 2002; Oswald L. Ziegler, Australian Photography 1947, Ziegler Gotham Publications, Sydney, 1948.

Sitografia: Voce, Michaelis, Margaret (1902-1985),  in Australian Womens Register (URL: http://www.womenaustralia.info/biogs/AWE5981b.htm); Voce, Helen Ennis, Michaelis, Margarethe (Margaret) (1902–1985), in Australian Dictionary of Biography (URL: http://adb.anu.edu.au/biography/michaelis-margarethe-margaret-14956); Margaret Michaelis Love, loss and photography (URL: https://nga.gov.au/michaelis/); Voce, Margaret Michaelis, une photographe anarchiste (URL: https://www.cira-marseille.info/2018/12/margaret-michaelis/).