Sconosciuto

Valentine de Saint-Point

Anne Jeanne Valentine Marianne Desglans de Cessiat-Vercell nota come Valentine de Saint-Point (Lione 1875 – Il Cairo 1953) è stata una danzatrice e coreografa conosciuta soprattutto per una forma e una filosofia di danza che ha definito Metacoria. Modella di Rodin, artista lei stessa oltre che scrittrice e poetessa, è stata anche una delle maggiori rappresentanti del futurismo, al quale ha contribuito con la pubblicazione del Manifesto della Donna Futurista e del Manifesto futurista della Lussuria.

Pronipote di Alphonse Lamartine, non si sa molto dei suoi primi anni, se non che inizia a studiare pittura con Alphonse Mucha, diventando anche sua modella così come poi per Auguste Rodin; si dedica alla scrittura e alla poesia aderendo alle avanguardie letterarie; scrive opere teatrali, volumi di poesia come Poèmes de la Mer et du Soleil nel 1905, e ancora romanzi – tra cui Un Amour (1906), Un Incest (1907), Une femme et le désir (1910) – in cui esplora la psicologia femminile del desiderio. Questa continua ricerca senza veli fa avvicinare Valentine de Saint-Point a Filippo Tommaso Marinetti che la persuade ad aderire al Movimento Futurista, da cui nasceranno le pubblicazioni del Manifesto della donna futurista il 25 marzo 1912, e – circa un anno dopo – del Manifesto futurista della Lussuria. Il tema principale è una lussuria che non deve essere vista come peccato ma come virtù. «Una lussuria che incita le energie e scatena le forze». «Una lussuria», prosegue l’autrice, vista come «un’opera d’arte».

Dopo due matrimoni e l’incontro con Ricciotto Canudo, uno dei primi critici cinematografici e direttore delle riviste «Europe Artiste» e «Montjoie!», con cui instaura una libera unione pubblicamente rivendicata, Valentine de Saint-Point si dedica completamente ad ogni forma d’arte tra cui la danza. È con questa idea di sintesi tra le arti e facendo dialogare le sue due anime di scrittrice e performer che inventa la Metacoria, una sorta di danza concettuale ante litteram.
La Metacoria è una nuova forma d’espressione del corpo più vicina all’arte performativa che al balletto tradizionale. Per sottolineare un’evoluzione della danza Valentine de Saint-Point inventa il termine “metachorie” che significa al di là del coro (greco), quindi al di là della danza. La sua idea è quella di ritrovare un’unione ideale tra l’esperienza individuale dell’artista e quella comune del pubblico. Questa visione era modellata anche e soprattutto dalle sue idee estetiche e intellettuali. La Metacoria con le sue linee geometriche e con le sue leggi ritmiche non dipende più dalla musica, ma si trova sul suo stesso piano. L’idea poetica viene sintetizzata in una figura geometrica suscitata dall’anima ed è proprio qui che si incontra l’arte immobile con l’arte mobile.
La danzatrice è coperta da un velo, soprattutto per coprire il volto che è naturalmente espressivo e quindi potrebbe trovarsi in disarmonia con i movimenti del corpo. La formulazione di questa teoria nasce come conseguenza dell’insoddisfazione nei confronti delle sue produzioni teatrali di L’Agonie de Messaline (1907) e di Le Dechu (1909), da una parte una tragedia ripresa dai greci e dal rituale in cui la donna incarna i panni di un’eroina con desideri sia per il piacere sessuale sia per il potere, e dall’altro un melodramma moderno psicologico in cui troviamo la donna davanti a un dilemma.
Con L’Agonie de Messaline ad esempio, Valentine de Saint-Point aveva cercato di mettere in scena la tragedia con un accompagnamento musicale in un teatro all’aperto di stile greco per dimostrare il rapporto tra il teatro tragico greco e la possibilità di creare un teatro moderno. Ma è nella danza che vedrà le reali possibilità di un rinnovamento teatrale.
La prima rappresentazione della Metacoria viene messa in scena nel 1913 a Parigi al Théâtre des Champs-Elysées. Un’altra tappa importante di questa invenzione è quella della Metropolitan Opera House di New York nel 1917, che si colloca dopo un’esperienza deludente come volontaria della Croce Rossa nella Prima guerra mondiale. La sua danza geometrica era accompagnata, oltre che dalla musica, dalle parole delle sue poesie recitate da un attore. Valentine de Saint-Point danza l’evoluzione del poema, non esteriorizzando le parole stesse ma esprimendone lo spirito.
Sul numero 1-2 del 1914 di «Montjoie!» – interamente dedicato alla danza – Ricciotto Canudo pubblica la conferenza integrale che apre la prima rappresentazione della Metacoria. Valentine de Saint-Point presenta il suo progetto come una sintesi tra vari linguaggi, ampiamente teorizzato attraverso la scrittura, che riveste un ruolo importante quanto la danza. La Metacoria oltre ad avere un legame con la musica e soprattutto con la sua metrica, unisce l’arte poetica con la geometria o ancora meglio con l’arte architettonica. È un’arte complessa e specialmente completa, che ha in sé sia l’elemento cerebrale, sia quello istintivo. Necessariamente la base è logica, solida ma l’interpretazione è originale e non potrà mai essere interpretata nella stessa identica maniera. Per questo motivo si può parlare di rivoluzione, una rivoluzione che fa accendere dibattiti sulla cultura moderna della danza, in quegli anni estremamente vivace.

Nel 1924 Valentine de Saint-Point decide di trasferirsi a Il Cairo, dove diventa simbolo e punto di riferimento dell’ambiente culturale e indipendentista egiziano prendendo posizione contro la guerra, il colonialismo e l’ingiustizia. Organo principale della sua battaglia culturale e sede dei suoi scritti di questi anni è il periodico «Le Phoenix. Revue de la renaissance orientale», che dirige dal 1925 al 1927. Successivamente si attiva anche per la Siria mediando e pubblicando The Truth about Syria (1929). Si converte al sufismo cambiando il nome in Raouhya Nour el Dine e dedicandosi alla condizione della donna musulmana. 

Valentine de Saint-Point muore nel 1953 a Il Cairo in povertà ed è seppellita nel cimitero dell’Imam- El- Leiss.

Tra le sue opere principali: opere di Valentine de Saint-Point: Une tétralogie humaine. L’Œuvre de M. Georges de Porto-Riche [S. l.], 1904; Poèmes de la mer et du soleil, A. Messein, Paris 1905; Madrigal de style ancien, Paroles de Valentine de Saint-Point, Musique de Stan Golestan, J. et H. Pitault, Paris 1905; Les Sables! Poème de Valentine de Saint-Point, Musique de Théodore Mathieu,  Aurélien Joanin, Paris 1907; Trilogie de l’amour et de la mort…, A. Messein, Paris 1906; Poèmes d’orgueil, Éditions de l’Abbaye, Paris 1908; Le Déchu, Éditions de la Nouvelle Revue, Paris 1909; Manifeste de la femme futuriste. Réponse à Filippo Tommaso Marinetti. Direction du Mouvement futuriste, Milan 1912; La Guerre, poème héroïque…, E. Figuière, Paris1912; Metachorie, «Montjoie!», n. 1-2, pp. 5-7, 1914; Le secret des inquiétudes, A. Messein, Paris 1924; La vérité sur la Syrie par un témoin, Cahiers de France, Paris 1929; L’Âme impériale ou l’Agonie de Messaline, tragédie en 3 moments avec musique de scène, précédée du discours sur la tragédie et le vers tragique, E. Figuière, Paris, 1929. [Chiara Ferlito]

 

Fonti e Bibl.: Jacques Reboul, Notes sur la morale d’une “annonciatrice”: Valentine de Saint-Point, E. Figuière, Paris 1912; Henri Le Bret, Essai sur Valentine de Saint-Point, aux éditions de “l’Aloès”, Nice 1923; Fawzia Zouari, La Caravane des chimères, Olivier Orban, Paris 1990; Mark Franko, Dancing Modernism/Performing Politics, Indiana University Press, 1995; Matthew Affron, Mark Antliff , Fascist visions: art and ideology in France and Italy, Princeton University Press, 1997; Gunter Berghaus, International Futurism in Arts and Literature, De Gruyter, Birmingham 2000; Antonio Castronuovo (a cura di), Valentine de Saint-Point, Lussuria e crudeltà, Stampa Alternativa, Roma 2001; Véronique Richard de La Fuente, Valentine de Saint Point (1873-1953). Une poétesse dans l’avant garde futuriste et méditerranéiste, Éditions des Albères, Céret 2003; Catherine Bock-Weiss, Valentine de Saint-Point’s Metachoric theatre:Synesthesia/An-esthesia, Konsthistorisk tidskrift, «Journal of Art History», 73:2, 66-86, 2004; Silvia Contarini, La femme futuriste: mythes, modèles, et représentations de la femme dans la théorie et la littérature futuristes (1909-1919), Presses universitaires de Paris 10, 2006; Barbara Ballardin, Valentine de Saint-Point, Selene, Milano 2007; Valeria Palumbo, Le figlie di Lilith, Odradek, Roma 2008; Mirella Bentivoglio, Le futuriste italiane nelle arti visive, De Luca Editori D’Arte, Roma 2008 (in commercio dal 2016); Giancarlo Carpi, Futuriste. Letteratura. Arte. Vita, Castelvecchi, Roma 2009; Adrien Sina, Feminine futures: Valentine de Saint-Point. Performance, danse, guerre, politique et érotisme, Les Presses du Réel, Dijon 2011; Silvia Contarini, Valentine de Saint-Point: A Futurist Woman?, in International Yearbook of Futurism Studies, Special issue on Women Futurists and Women Artists Influenced by Futurism, edited by Gunter Berghaus, De Gruyter, Birmingham 2015; Gabriele Brandstetter, Elena Polzer, Mark Franko, Poetics of dance: body, image, and space in the historical avant-gardes, Oxford University Press, Oxford/New York 2015; Paul-André Claudel, Élodie Gaden (sous la direction de), Valentine de Saint-Point des feux de l’avant-garde à l’appel de l’Orient, Presses universitaires de Rennes, 2019.