Auguste Bert

Auguste Bert (Toulouse 1856 – ?) è stato un fotografo attivo a Parigi nell’ambito della ritrattistica da studio in gran parte commissionata, specialista nel ritratto degli artisti del mondo dello spettacolo. 

Membro della Société française de photographie e presente con alcuni ritratti nelle prime edizioni del Salon de Photographie organizzato dal Photo-Club parigino negli ultimi anni dell’Ottocento (una sua stampa figura ad esempio esposta nella quarta annata del Salon datata 1897), diventa il fotografo ufficiale “de la Présidence, des Ministères, des scènes subventionnées et des principaux théâtres de Paris” come l’Opéra, l’Opéra-Comique e la Comédie française. Prima di dedicarsi alla fotografia aveva lavorato nel commercio gestendo l’industria manifatturiera del padre, fabbricante di cappelli. Diplomato in scienze, nel 1885 aveva anche pubblicato un libretto di poesie e l’anno prima, nel 1884, era stato presidente della Société de photographie di Tolosa.
Nel 1887 si trasferisce a Parigi e intraprende l’attività di fotografo associandosi a Paul Boyer, col quale firma molte cartoline che ritraggono grandi attori usando il logo Boyer & Bert. Boyer era stato un importante inventore nell’ambito della tecnica fotografica e aveva rilevato (probabilmente nel 1887/1888) la succursale parigina dello studio del noto ritrattista tedesco Otto Van Bosch, al 35 di Boulevard des Capucines. È in questa sede, anche dopo l’abbandono del suo socio (che secondo alcune fonti lascia lo studio nel 1910), che Bert resterà attivo fino intorno al 1920, quando gli succederà Jules Sabourin continuando a realizzare fotografie dei protagonisti della scena teatrale e musicale e a stampare e pubblicare (spesso col nome dei suoi nuovi soci e futuri successori, come Roosen, che si unisce nel 1928 ed eredita lo studio nel 1930) i negativi realizzati dal predecessore, di cui evidentemente con l’acquisto dello studio eredita sia la clientela che l’archivio di lastre.

Lo studio di Bert costituisce in questo senso un esempio emblematico dei problemi di attribuzione e dell’autorialità nella fotografia commerciale, nel suo caso commissionata dagli impresari e dai direttori dei teatri. È infatti Gabriel Astruc, a cui si deve una grande parte dell’attività musicale e coreutica parigina dei primi decenni del secolo oltre che la costruzione del Théâtre des Champs-Élysées inaugurato nel 1913, l’interlocutore di Bert, che ritrae i protagonisti delle grandi stagioni teatrali e musicali o nel suo studio o negli ambienti dei teatri, davanti a un telo utilizzato come sfondo. In questo modo riprenderà ad esempio molti artisti dei Ballets Russes di cui è uno dei fotografi ufficiali nelle prime stagioni parigine, a partire dal 1909. Le sue fotografie figurano infatti nei programmi della compagnia e nella stampa specializzata, in particolare sui numeri di «Comœdia illustré» insieme coi bozzetti di scena e dei costumi delle creazioni dell’ensemble diretto da Sergej Djagilev che vedeva la partecipazione di celebri compositori e artisti visivi.
I carteggi tra Astruc e Djagilev testimoniano della frenetica attività necessaria alla promozione degli spettacoli e alla diffusione delle immagini dei danzatori presto divenute delle vere stelle, e delle lamentele sui tempi di consegna delle stampe e sugli accordi commerciali che animano questa collaborazione soprattutto agli inizi, durante l’esplosione del successo dei balletti e dei ballerini, in particolare di Vaclav Nižinskij, che Bert riprende nei costumi e nelle pose delle sue interpretazioni più note tra il 1909 e il 1912. Malgrado le tempistiche del ritmo di produzione, Bert azzarda qualche sperimentazione lavorando sull’espressione del volto dei suoi modelli e sulle pose assunte per simulare i movimenti, contribuendo fortemente alla creazione del codice figurativo della ritrattistica dei danzatori che in quegli anni sostituisce la fotografia di scena, resa complicata dalle limitazioni tecniche del mezzo e dei supporti fotografici. Tra le fotografie conservate (e tra quelle visibili in versione digitale nella sezione Gallica della Bibliothèque nationale de France), figurano comunque alcuni scatti di allestimenti, e sono visibili le elaborazioni grafiche delle sue fotografie pubblicate nella versione originale, oppure scontornate e utilizzate come elementi decorativi nelle pagine dei periodici o sui programmi di sala.

Dalla cessione dello studio a Sabourin nel 1919 non ci sono notizie sulla vita del fotografo. Molti dei suoi scatti agli interpreti dei Balletts Russes sono conservati nel Fonds Kochno della sezione del Musée de l’Opéra della BnF, e figurano nei numerosi cataloghi di mostre e pubblicazioni dedicati alla celebre compagnia. Ma tra le sue fotografie non vanno dimenticate quelle che ritraggono grandi cantanti d’opera, come Enrico Caruso, o grandi attori come Mounet-Sully. [Samantha Marenzi]

 

Fonti e Bibl.: Jean-Michel Pourvoyeur, Nijinsky et ses photographes, in Nijinsky «Un dieu danse à travers moi», Musée-Galerie de la Seita, Paris 1989, pp. 9-14; Cristina Barbiero, Les premiers photographes des Ballets russes à Paris. Auguste Bert et Charles Gerschel, in Mathias Auclair e Pierre Vidal (sous la direction de), Les ballets russes, Gourcuff Gradenigo, Montreuil 2009, pp. 129-136.